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domenica 31 gennaio 2010

Rapinatore di banca ...inparruccato

Rapinatore di banca a Oleggio identificato dalla Squadra mobile


Oleggio - Sarebbe stato il suo dna, individuato grazie a tracce lasciate sul borsone del bottino abbandonato, a dare agli investigatori la conferma che quel palermitano 33enne, già in carcere a Genova perché ritenuto responsabile di altre quattro rapine commesse nel capoluogo ligure, fosse anche uno degli autori del colpo in banca nell’ottobre 2006 a Oleggio. Qui, nella filiale della Banca popolare di Bergamo, erano entrati in quattro, armati e parzialmente travisati con parrucche, sciarpe ed occhiali. (...)
Iole Montone

Rapine, parrucche e filosofia:

arrestato Fabrizio Traini Ascolano 43 enne, è stato preso dalla Polizia a Reggio Emilia. Era una specie di Arsenio Lupin piceno: secondo gli investigatori sono almeno otto le rapine attribuite

REGGIO EMILIA - Preso nella città emiliana un rapinatore di banche molto particolare. Fabrizio Traini, ascolano 43enne, è stato preso dalla Polizia davanti a un albergo di Reggio Emilia nel primo pomeriggio di venerdì al termine di una vasta caccia all’uomo alla quale ha partecipato anche la Squadra Mobile di Ascoli. Le ricerche nei confronti dell'uomo sono state avviate dopo l’ennesima rapina messa a segno poco dopo mezzogiorno, in una filiale del Banco di San Geminiano e San Prospero di Bologna.

Secondo le risultanze d'indagine Traini, che ha precedenti per droga e reati contro il patrimonio, aveva fatto irruzione nell’istituto di credito bolognese travisato con occhiali scuri ed un berretto di lana e sotto la minaccia di un falso ordigno, a suo dire comandato a distanza, si era fatto consegnare 6.800 euro. Poi prima di fuggire aveva fatto credere che se fosse stata avvisata la Polizia prima di un’ora l’ordigno sarebbe esploso, perché così programmato.

Pochi istanti dopo la rapina avvenuta in via Boldrini, nella zona della stazione centrale bolognese, le ricerche di Traini erano già state estese ad Ascoli Piceno e a tutta l’Emilia Romagna ed in particolare nelle città limitrofe di Modena, Reggio Emilia e Parma.

Sono stati i poliziotti della Squadra Mobile di Reggio Emilia, in contatto con i colleghi ascolani che del soggetto conoscono da tempo abitudini e frequentazioni, a rintracciarlo anche grazie alle immagini del sistema di video sorveglianza installato all’interno della stazione reggiana. Le videocamere lo avevano ripreso mentre usciva dallo scalo ferroviario, fischiettando e con l’Ipod alle orecchie, dopo circa un’ora dalla rapina a Bologna.

Al termine di una velocissima raccolta di riscontri e di testimonianze, i poliziotti hanno ricostruito i movimenti del rapinatore, scoprendo che era salito a bordo di un taxi per raggiungere un albergo del centro storico, dove aveva preso alloggio da un giorno.

Individuato il covo di Traini i poliziotti lo hanno atteso, sorpreso e bloccato, facendo scattare le manette ai suoi polsi e mettendo così termine all’escalation di rapine cominciata nel mese di novembre dello scorso anno.

In Questura è stato interrogato ed ha confessato di aver commesso altre rapine a Bologna, Parma, Piacenza e Milano.

Proprio a Parma il 31 dicembre scorso l’uomo, travestito da donna con parrucca rossa, aveva commesso una rapina alla Cassa di Risparmio di Cesena, minacciando tutti con un falso ordigno esplosivo ed impossessandosi di 15 mila euro.

Gli è stato anche notificato un ordine di carcerazione di 26 giorni di reclusione emesso dalla Procura di Ascoli per il reato di ricettazione.

L’uomo, geometra disoccupato da qualche anno, appassionato di filosofia e di scienze, ha parlato dei suoi travestimenti femminili e dell’utilizzo di falsi ordigni.

Nei confronti di Traini i poliziotti hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto per la rapina aggravata di Bologna e quella di Parma del 31 dicembre scorso.

Secondo gli investigatori sono almeno otto le rapine attribuite a Traini: cinque a Bologna, una a Parma, una a Piacenza ed una a Milano.

I poliziotti hanno recuperato il bottino dell’ultima rapina alla banca bolognese e sequestrato due grossi borsoni pieni di indumenti anche femminili, utilizzati dal rapinatore per travestirsi, oltre all’inseparabile parrucca rossa ed a molti libri, di cui è appassionato, fra i quali testi di Goethe, Bertrand Russell, Friedrich Nietzsche “Ecce Homo” e… “L’arte di avere ragione” di Arthur Schopenhauer

fonte http://www.sambenedettoggi.it/2010/01/30/86660/rapine-parrucche-e-filosofia-arrestato-fabrizio-traini/

martedì 19 gennaio 2010

Il perito delle parrucche




Mario Audello "veste" le teste dei principali spettacoli dei teatri lirici e di prosa in mezza Europa. Una storia affascinante come il suo mestiere. "Per cinque anni ho lavorato al centro elettronico Fiat, poi ha vinto la mia passione". "I sacrifici sono stati enormi, a lungo non sono più esistiti sabati e domeniche"
di Carlo Petrini

Mario AudelloC'è grande fermento nel laboratorio di Mario Audello, il signore delle parrucche che da Torino "veste" le teste dei principali spettacoli dei teatri lirici e di prosa di Italia e di mezza Europa. «Siamo in partenza per Palermo: il 22 gennaio inaugura la stagione del Teatro Massimo con il Nabucco, una produzione importante, con un allestimento classico, che dopo la Sicilia si sposterà al Carlo Felice di Genova - spiega Mario Audello - Stiamo facendo gli ultimi ritocchi a circa 226 parrucche e un'ottantina di barbe e baffi: due mesi di duro lavoro». Il lavoro è affascinante: si parte dai bozzetti del costumista e poi, in base alle esigenze, si opera su parrucche e toupet facendo un'attenta ricerca storica e iconografica: «portando al vivo quello che è uno schizzo su un foglio». Poi ci sono gli incontri di aggiustamento con il costumista e infine le prove con i protagonisti e alcuni coristi dell'opera, quello che Audello sta facendo in questi giorni in vista della prima palermitana.

La storia di Audello è affascinante come il suo lavoro. Studiava all'Istituto Avogadro di Torino per diventare perito elettronico, come voleva suo padre, anche se frequentava già un corso per trucco teatrale al Nuovo. «Per cinque anni ho fatto davvero il perito, al centro elettronico della Fiat a Mirafiori, che nei primi anni Sessanta era all'avanguardia. Però la mia passione era un'altra: le parrucche». Quello che era un lavoro che lo occupava nel tempo libero a un certo punto subisce una svolta: un suo collega lascia libero un appartamento nel centro storico. «Mi dice: "Audello, prendi tu l'alloggio e realizza il tuo sogno". È stata la prima cellula del mio laboratorio, che da allora si è ingrandito ma non si è mai più spostato da via dei Mercanti 16». Intanto nel mondo esplode il boom dei toupet e dei capelli cotonati, che per una decina d'anni impazzeranno sulle passerelle e sulle pagine delle riviste femminili più accreditate. Torino in quegli anni ospita ancora sfilate importanti, e Audello ne cura quasi tutte le acconciature, così che il gruppo di lavoro si ingrandisce fino a coinvolgere altre 9 persone. Poi accade una brusca virata. «Nella collezione primavera/estate del ‘73 le sfilate erano ancora ricche di toupet; in quella successiva, quella autunno/inverno, non esisteva più un'indossatrice con una parrucca in testa. Iniziava l'epoca dei capelli al vento, dei tagli e della permanente».

Audello decide allora di intraprendere un'altra strada e per 4 mesi si trasferisce a Parigi per apprendere le tecniche della parrucca teatrale e televisiva, una lavorazione completamente diversa da quella legata al mondo della moda. Rientrato a Torino fa il giro dei teatri cittadini. «Regio e Stabile si servivano a Roma. Ho presentato il mio lavoro e i miei collaboratori, ho raccontato la mia storia e ho chiesto di farmi provare. Hanno creduto in me e mi hanno molto aiutato, primo fra tutti il commendator Erba che allora era Sovrintendente del Regio - ricorda ancora oggi con riconoscenza - I sacrifici sono stati enormi, per anni non sono più esistiti sabati, domeniche e vacanze, però il lavoro piaceva e con il passaparola tra artisti e registi la clientela si allargava di molto». Oggi Audello serve oltre il 70% dei teatri lirici d'Italia, primo fra tutti il Regio di Torino, dove si occupa pure del trucco, ma anche l'Arena di Verona, la Fenice di Venezia o il San Carlo di Napoli. «Da una decina d'anni lavoriamo con tanti teatri francesi e spagnoli. Pur essendo piemontesissimo, lo stereotipo del bogia nen non mi si addice per nulla perché viaggio davvero tanto, cercando di privilegiare quei paesi in cui ho più dimestichezza con la lingua, perché nel mio lavoro capire bene le sfumature nelle esigenze del cliente è fondamentale».

Nomi non ne fa, perché non è elegante farlo, però dalle sue mani sono passate le acconciature di tutte le dive della lirica dell'ultima generazione. «Se hai l'occasione di conoscerle bene capisci che sono davvero grandi professioniste e allora aneddoti e capricci, che sono tanti e a volte assurdi, passano in secondo piano. Quando un'artista va a cantare all'Opera Bastille di Parigi e ti fa chiamare perché vuole una tua parrucca, beh, questa soddisfazione ripaga di tutti gli sforzi». Parrucche teatrali e televisione vanno di pari passo e Audello si è occupato delle teste dei protagonisti degli sceneggiati girati dal Centro di produzione Rai di Torino ma anche quelle delle trasmissioni che vanno in onda in questi giorni. «I tempi televisivi sono molto veloci, spesso si ha poco tempo per cambiare acconciatura e un toupet risolve il problema rapidamente

fonte http://torino.repubblica.it/dettaglio/il-perito-delle-parrucche/1810468

domenica 17 gennaio 2010

Barocco nella danza, i salernitani a scuola di minuetto e di baciamano







In tanti allo stage tenuto al teatro delle Arti,
lunedì sera il gran ballo al Casino sociale
SALERNO - Per una serata Salerno si immergerà nelle sensuali e affascinati atmosfere barocche con dame incipriate, balli in maschera e musiche ridondanti. Grazie al workshop «La danza a Corte fra Seicento e Settecento» a cura della Compagnia di Balletto Siena Danza che si è tenuto al Teatro delle Arti, infatti, domani, ballerini e dilettanti si esibiranno al Casino Sociale in quelle che erano le varie danze tipiche di quel periodo che coinvolgevano dame e cavalieri, Re e Regine. Per una notte (dalle 20) nella fiabesca cornice del Casino saranno professionisti salernitani a trasformarsi in dame e cavalieri, cortigiane e nobili. In questo suggestivo percorso, dove hanno partecipato anche i ballerini della scuola di Pina Testa (che vestirà i panni di una dama), la direttrice della Compagnia e dell’omonimo Centro Studio, Anastasia Sardo, ha proposto ai partecipanti un viaggio nel tempo proprio per rivivere la danza a corte, ispirandosi ai compositori e coreografi più importanti delle due epoche, Cesare Negri e Jean-Baptiste Lully.

«Ho trovato - spiega la direttrice - tante persone motivate e con la voglia di apprendere le tecniche di balli anche molti difficili come il minuetto». Dopo quattro giorni di prove, domani i partecipanti al corso saranno pronti ad esibirsi in preziosi costumi cuciti da antiche sartorie e ripresi fedelmente da dipinti e immagini del passato. Mentre la Sardo vestirà i panni della Regina con il suo abito di broccati e pizzi, la parte del Re sarà affidata a Vincenzo Calabrese, imprenditore salernitano con la passione del ballo. Con lui, infatti, ci sarà anche la moglie Adriana Pecoraro che, se nella vita professionale è un’insegnante di lettere, nel tempo libero ama la danza, visto che, insieme al marito, frequenta anche il corso di flamenco organizzato proprio al Teatro delle Arti. Entusiasta di questa iniziativa anche Francesco Fresa, laureando in ingegneria elettronica il quale ha trascinato con sé pure la fidanzata Tania Pastore.

Non meno interessate a cimentarsi nelle danze barocche, anche la contessa Maddalena Matarazzo (con il figlio Luca), l’avvocato Olimpia Viscardi e il chimico industriale Maria Longo. Quanto a passione, non sono da me i cavalieri, come Giovanni De Simone, impiegato al Banco di Napoli, e Renato Avella che lavora per Trenitalia. «Chissà come prenderebbero la notizia i nostri colleghi» scherzano i due «ballerini» che, frattanto, armati di parrucche e collarini, perfezionano gli inchini e le riverenze rivolte ai sovrani. «Questa - racconta la marchesa Luciana Ruggi D’Aragona - è un’esperienza che replicherei volentieri. Visto che scrivo bibliografie, sono una fervente conoscitrice ed estimatrice di tutto ciò che riguarda il passato e, dunque, anche di quest’arte che è la danza».

Lunedì, dopo l’ingresso del Re e della Regina, sarà la volta delle dame e dei cavalieri. In sala si intoneranno le antiche note e si partirà con il minuetto caratterizzato da piccoli passi e dal movimento ternario. Poi sarà la volta della gavotta , danza cerimoniosa su un ritmo lento che mette in risalto le virtù e le grazie delle dame. Da qui il via ad in inchini non privi di virtuosismi. Dopo vorticosi intrecci e catene, dove le dame avvolgono le loro identità nel mistero, lasciando la corte incantata ad osservarle danzare, ci sarà il momento finale con la Danza della Re e della Regina. Un tripudio di sontuosità, musiche, fasti di un tempo traboccante di incanti e splendori.

rapine in farmacie ....imparruccati

Sgominata la banda di rapinatori di farmacie. Emergono i particolari della notizia data ieri sera in merito al blitz dei carabinieri di Pontecorvo per arrestare due uomini di Piedimonte San Germano. Gli arresti sono tre e non due e si tratta di Luciano Quartarone, 29 anni, Rosario Carcaterra, di 32 anni e di un minore tutti domiciliati a Piedimonte San Germano. Colpiti probabilmente dalla seriere televisiva Romanzo Criminale i tre si erano costituiti in banda di rapinatori e ieri sera hanno messo a segno un colpo ad una farmacia di Pontecorvo. Mentre il minore faceva da palo, in due maggiorenni sono entrati e con il volto coperto da una sciarpa e da un cappello da baseball, sotto la minaccia di una pistola hanno costretto i dipendenti a consegnare l’incasso ella giornata per poi dileguarsi. I tre che hanno tentato di lasciare la zona incappando però in un posto di blocco dei carabinieri subito istituito dagli uomini del capitano Pier Francesco Di Carlo. All’alt dei militari la vettura dei fuggitivi ha risposto accelerando. E’ nato così un inseguimento terminato a Piedimonte San Germano dove i tre risiedevano. Da subito i militari hanno rinvenuto indosso ai tre una pistola semi-automatica da guerra calibro 9 di fabbricazione cecoslovacca con matricola abrasa dagli acidi utilizzata per la commissione della rapina. La successiva perquisizione effettuata presso le abitazioni degli arrestati, ha permesso di rinvenire, occultati in alcuni vani delle cantine nella disponibilità dei tre: un fucile a canne mozze risultato rubato nel corso di un furto in appartamento, una penna pistola calibro 22, un paio di manette, numerose cartucce, 3 coltelli a serramanico del genere proibito, 3 parrucche, 3 passamontagna, ingente denaro. Per i tre è scattata l’accusa in concorso di “rapina aggravata”, “detenzione e porto in luogo pubblico di armi clandestine”, “detenzione illegale di armi comuni da sparo”, “alterazione di armi comuni da sparo”, “ricettazione” e “detenzione abusiva di munizioni per armi comuni da sparo”. Il colpo messo a segno a Pontecorvo sembra essere la fotocopia di quello messo a segno sabato sera a Cassino nella farmacia Europa. L’ora in cui i malviventi, anche in quel caso erano due armati di pistola, sono entrati nell’attività commerciale di via Botticelli, era la stessa così come uguali erano le modalità di agire.


fonte http://www.ilpuntoamezzogiorno.it/2010/01/15/rapine-in-farmacia-sgominata-una-banda-armata/

Wigs4Kids: tagliarsi i capelli per beneficenza e donare le trecce

Tagliereste i vostri capelli per fare una buona azione? Prima di rispondere guardate il video e come la protagonista taglia via la sua lunga treccia. Arrivate fino in fondo al video e vedrete che il suo nuovo look non è niente male. Intanto, vi spiega che lo ha per un’associazione benefica che si chiama Wigs4Kids e che raccoglie trecce per farne parrucche da donare ai bambini che hanno perso i loro capelli perché malati di cancro, alopecia o altre patologie.

Adesso la faccenda assume un altro significato, non è vero? Per partecipare dovete regalare una treccia di capelli naturali non trattati, sani e ben puliti. La lunghezza minima dev’essere di circa 25 cm. e i capelli vanno legati in una coda o in una treccia. Poi, spediti. Tutte le istruzioni sono presenti sul sito ma anche nel video che vi proponiamo. Rispondete adesso alla prima domanda: lo fareste?

mercoledì 13 gennaio 2010

rapine e parrucche...rapina fallita

Lecce, fallita rapina alla banca di credito Terra d'OtrantoLecce (Salento) – Rapina fallita quella di questa mattina presso la Banca di Credito Cooperativo di Terra Otranto in viale Leopardi.

Due malviventi, travisati con parrucche, sono entrati in banca intorno alle nove e un quarto e armati di taglierino hanno minacciato i dipendenti in quel momento allo sportello. Uno di loro è poi saltato dietro al bancone per poter prelevare dirittamente i soldi, ma gli è andata male. Infatti, all'interno del borsone sono finite due mazzette antirapina, successivamente esplose e "sporcate" di inchiostro rosso le banconote.

Da qui la decisione di scappare per ormai mancanza di tempo. Probabilmente la sfortuna non ha deciso di abbandonare i due ladri neppure in questo. Pare, infatti, che lo scooter (tra l'altro risultato rubato a Brindisi) con il quale si erano recati in banca per mettere a segno la rapina, non si sia messo in moto. Inevitabile la corsa a piedi.

Sul posto dopo l'allarme sono intervenuti gli agenti della questura di Lecce, che continuano nell'indagine per cercare di dare un volto ai due malviventi.

venerdì 8 gennaio 2010

Trucco e Parrucco ...salto lo staff a Mediaset

di Antonio Sciotto
TELEVISIONE L'azienda del Cavaliere lancia la protesta: «No alle esternalizzazioni»
È il primo sciopero Mediaset
Lo stop forse domenica. Il primo a saltare è il settore trucco
I dipendenti Mediaset si preparano al primo sciopero nazionale della loro storia: la notizia ufficiale dovrebbe arrivare già questa mattina, con un comunicato di Cgil, Cisl e Uil. La data più probabile, domenica prossima: il Tg5 potrebbe non andare in onda, come sono a rischio la Domenica 5 di Barbara D'Urso e le trasmissioni Premium legate al calcio. La scintilla che ha fatto scoppiare la protesta è un fax mandato alla vigilia dell'Epifania ai sindacati: si annuncia l'esternalizzazione del settore «Sartoria, Trucco e Acconciatura» (detto più comunemente «Trucco e Parrucco»), 56 dipendenti tra Milano e Roma. Un colpo improvviso precipitato tra gli interessati, anzi tra le interessate visto che sono quasi tutte donne: la cessione a un'altra società viene vista un po' come l'anticamera del licenziamento, o comunque come la minaccia di un futuro incerto. «Così diventiamo tutte precarie - ci spiega una delle truccatrici romane, che vuole restare anonima - Siamo tutte donne sopra i 40 anni, perlopiù separate o sole con figli: una di noi questa mattina si è messa a piangere, appena ha saputo».
La preoccupazione, però, così come tra truccatori, parrucchieri e sarti, si è diffusa in tutta l'azienda. Un po' tutto il modello Mediaset è cambiato negli ultimi anni, e il timore dei dipendenti - tecnici, cameramen, produzione - è che questa esternalizzazione sia solo l'inizio. Trucco e acconciatura saranno ceduti alla «Pragma service srl», perché, ha spiegato l'azienda, «detti servizi non rappresentano una attività caratteristica del processo produttivo televisivo»: «Ma a questo punto - si chiede Roberto Crescentini, delegato Fistel Cisl - cosa sarà più definibile come "servizio caratteristico"? Potrà capitare lo stesso alla produzione, al montaggio, ai cameramen». E segnali che non si punti più sugli interni, ma che si preferisca affidarsi a service appaltati o a semplici precari sottocosto, arrivano ormai da tempo.
La sottoutilizzazione e marginalizzazione del personale Mediaset era già stato oggetto di un primo sciopero, fatto qualche mese fa, ma dal solo personale Videotime (riprese, tecnici sartorie, produzione): adesso, lo stop che si deciderà per i prossimi giorni, coinvolgerà invece anche Rti (redazione programmi) ed Elettronica industriale (il personale che si occupa della diffusione del segnale). In tutto, se comprendiamo anche gli addetti della Mediashopping (televendite), 3796 dipendenti.
I parrucchieri raccontano di come gli interni vengano utilizzati sempre meno, mentre per le grosse star si arrivano a impiegare «esperti di immagine» a 700 euro al giorno, oppure - all'altro estremo - giovani impiegati presso Srl o cooperative che guadagnano 6 euro l'ora. Così avviene per le troupes televisive: all'ultimo evento della Fao, la cui sede è a 200 metri dal Centro Palatino del Tg5, non è andata neppure una troupe interna, ma sono stati spediti operatori in appalto. Lavoratori che si riescono a pagare, tutto compreso, anche 50-60 euro per 8-10 ore di lavoro. Un bel risparmio.
D'altra parte, gli sprechi, raccontano i sindacati, ci sono eccome: gli appalti, in molti casi, costano di più degli interni. O affittare studi come Cinecittà, dove oltre alle scrivanie si deve pagare anche una voce per gli apparecchi telefonici, e persino le chiamate Roma su Roma non sono urbane, ma vengono spesso conteggiate come quelle fatte dagli alberghi.
Non basta: essere esternalizzati, vuol dire perdere il contratto integrativo Mediaset, dunque diritti e benefit. Addio al premio di risultato, ai fondi Unisalute (assicurazione sanitaria) e Mediafond (pensione integrativa), ma anche al diritto di passare allo straordinario dopo 7 ore e non dopo 10, come prevede il contratto nazionale, al godimento di orari migliori. «Dopo vent'anni in Mediaset, è come dire che ci stanno licenziando - spiega una delle lavoratrici - E poi questa Srl che ci assume, che garanzie ci dà? Ci fornirà i materiali per lavorare, e di che qualità? Ci pagherà i pasti?».
E dire che il presidente Fedele Confalonieri, alla vigilia delle feste di Natale, era venuto a Roma per un brindisi con i dipendenti, un saluto di fine anno. Aveva assicurato che nessuno rischia il posto, in un'azienda sana come Mediaset, nonostante la crisi. E il vicepresidente Piersilvio Berlusconi di recente ha annunciato l'acquisto di due tv in Spagna, sottolineando che il gruppo è più che in salute. «Ma a noi non fanno vedere neppure il piano industriale», protesta la Cisl, «quando li incontriamo dicono che tutto va bene, ma dei progetti non si sa nulla».
I giornalisti per il momento non scioperano, ma seguono con attenzione le vicende che coinvolgono tutti gli altri dipendenti Mediaset: anche perché il 22 dicembre scorso è stata ufficializzata la decisione di accorpare tutti i redattori del Tg4 e di Studio Aperto, oltre ai corrispondenti (anche del Tg5), in un'unica maxi-agenzia, di cui non si conoscono bene i contorni. Pure in questo settore le proteste non mancheranno.

mercoledì 6 gennaio 2010

The Wolfman è in arrivo..parrucche e trucco da lupo






La classica storia del Licantropo riprende vita in questo film che ha subito diversi rinvii. Benicio del Toro è nei panni di Lawrence Talbot, un nobiluomo dal passato tormentato.
La data del 12 febbraio dovrebbe essere definitiva. The Wolfman, diretto da Joe Johnston per la Universal Studios, ci porterà una nuova interpretazione della classica storia di licantropi. La trama, ispirata a un precedente film dallo stesso nome, girato nel 1941 da George Waggner, ci accompagna sulle tracce di Lawrence Talbot, un nobile che ritorna al nativo villaggio di Blackmoore in occasione della scomparsa del fratello. Ripreso contatto con un padre (interpetato da Anthony Hopkins) che non vedeva più da tempo, Talbot cerca di scoprire il mistero riguardante la scomparsa del fratello ma si troverà alle prese con altre complicazioni.



Innanzitutto si innamorerà di Gwen Conliffe, la fidanzata del fratello, interpretata dall'attrice Emily Blunt. E poi scoprirà un'orribile leggenda che si collega al suo tormentato passato. Benicio del Toro, che interpreta Talbot, deve vedersela anche con il detective Aberline (Hugo Weaving), che indaga su "qualcosa" che sta uccidendo gli abitanti del villaggio. La maledizione con cui i nostri protagonisti sono alle prese è spietata perché "anche un uomo puro di cuore" non può resisterle.



Se la storia è abbastanza già vista e prevedibile, dovrebbe essere interessante la trasformazione del protagonista in lupo mannaro. Se ne è occupato Rick Baker, sei volte vincitore dell'Oscar, esperto di effetti speciali e autore del trucco del licantropo in Un Lupo Mannaro Americano a Londra: uno specialista che a sua volta riconosce il debito verso il grande Jack Pierce, che prima di lui fu un mitico artista del make-up, creatore di tanti famosi Frankenstein, Licantropi e Mummie. Sia Pierce che Baker dopo di lui senz'altro avranno suscitato le ire di molti attori per via del trucco che necessita molto tempo ed è difficile da applicare e fastidioso, ma queste pignolerie hanno contribuito a creare dei capolavori nella storia del cinema. Dal momento che The Wolfman segue abbastanza fedelmente la tradizionale leggenda del licantropo, è appropriato che Baker se ne sia occupato personalmente.



Baker utilizza per la fronte e il naso del licantropo delle protesi in latex, e applica sul resto del volto una colla su cui vengono fissati dei capelli. Vengono utilizzate anche diverse parrucche e dentiere. Certamente è un perfezionista, Baker: è capace di lavorare per tre ore ad applicare il trucco e un'ora per rimuoverlo dopo che le scene sono state girate.



La trasformazione del licantropo ha posto dei problemi anche a questo maestro degli effetti speciali: innanzitutto perché sarà inevitabile far ricorso alla computer grafica, che lui non ama, e poi perché "con Benicio del Toro, è difficile fare la trasformazione: lui è già l'uomo lupo!"



Quanto alle leggende sulla licantropia, nella trama di questo film ci troviamo di fronte alla trasformazione come maledizione, che può toccare come destino per via della discendenza da una linea di sangue maledetta, o per aver ricevuto il morso di un altro licantropo, o a causa della maledizione di uno zingaro o di uno stregone. La metamorfosi arriva con le fasi lunari, e non è controllabile.

La possibilità di uno stregone che desidera trasformarsi esiste nella leggenda (anche se non è l'oggetto di questo film) e comprenderebbe rituali per invocare le divinità lunari e gli spiriti dei lupi, oltre all'uso di pittoreschi ingredienti tipici del calderone di una strega, come sangue di pipistrello o grasso di bambini.



La metamorfosi avviene con la luna piena, e questa è una credenza già attestata ai tempi degli antichi Greci con il mito di Licaone, empio re dell'arcadia tramutato da Zeus in un lupo, nonché dei Romani con la storia della metamorfosi inclusa nel Satyricon di Petronio. La Chiesa in passato credeva nella possibilità di queste trasformazioni, come testimoniato dagli scritti di Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino, e riteneva che la cura potesse essere la conversione al cristianesimo. Ma anche i Nativi americani comprendevano il lupo tra gli animali in cui i loro sciamani potevano trasformarsi.

E' un fatto reale che la luna piena porti con sé una maggiore incidenza di fatti criminosi, patologie psichiche e anche di aggressioni da parte di animali contro l'uomo.



La credenza che fosse possibile uccidere i licantropi con proiettili d'argento era reale e diffusa in Europa, andando a morire con l'affermarsi della modernità. Altri metodi possibili per eliminare i licantropi erano la distruzione di cuore e cervello, o l'uso di armi dedicate a un particolare santo. La paura dei licantropi avrebbe accelerato la caccia ai lupi e l'estinzione di questo animale in Inghilterra nel XVII secolo. Del resto gli esseri umani accusati di licantropia non se la passavano molto meglio. In tutta l'Europa le loro condanne ed esecuzioni si accompagnarono a quelle delle streghe: e la paura dei licantropi fu ancor più dura a morire della persecuzione contro la stregoneria.



Questa la mitologia cui Benicio del Toro e compagni rimarranno fedeli (a quanto si sa) in questo remake. Quello che farà certamente la differenza è la tecnologia di oggi e gli effetti speciali che una volta non sarebbero stati possibili.

fonte http://www.fantasymagazine.it/notizie/11572/the-wolfman-e-in-arrivo/

lunedì 4 gennaio 2010

Cosa ne dite di Britney in versione bruna?




Dovremmo essere abituati ai repentini cambiamenti di stile e inversioni di tendenze da parte delle celebrità eppure ogni volta che una star opta per un relookage attira la nostra attenzione. E’ la volta di Britney Spears che inagura il nuovo anno con un ritorno alle origini: abbandonato il capello biondo, è la volta dei capelli scuri. Mi chiedo, ma solo a me il parrucchiere sconsiglia di stressare il capello? Solo noi comuni mortali andiamo incontro a disastri irreparabili se cambiamo spesso colore ai nostri capelli? No perchè, con la frequenza con cui cambiano colore le celebrità dovrebbero essersi ridotte con le parrucche…

Cosa ne dite di Britney in versione bruna?

sabato 2 gennaio 2010

parrucche e Grease...ma solo per gioco





Eva Longoria abbandona i panni di Gabrielle, la casalinga disperata di Wisteria Lane per prestarsi ad una bizzarra parodia di un famosissimo brano del film Grease insieme al marito, la star dell’NBA Tony Parker. Il video è spuntato su sito personale di quest’ultimo, e cliccando sulla pagina del video è possibile inserire i propri dati per partecipare ad un concorso per vincere un viaggio a San Antonio, in Texas.


Il gioco è riservato ai soli residenti negli USA, ma per tutti gli altri c’è questa “rievocazione” da non perdere. Da notare le parrucche, soprattutto quella sbarazzina di Tony, e le evoluzioni dei ragazzi sulle gradinate del campo sportivo, proprio in stile John Travolta. L’unica cosa che non accadeva nel film originale era vedere la mascotta della squadra di Tony ruzzolare giù per le gardinate…

PARRUCCHE E RAPINE

Tentata rapina in banca, quattro arresti
Blitz in via Cicerone. Uno dei malviventi era uscito dal carcere una settimana fa per un permesso premio
MILANO - Carabinieri e polizia li hanno bloccati mentre minacciavano il direttore dell'ufficio postale di via Cicerone a Milano per svaligiare il caveau. Luigi Girardi, detto «Occhio di vetro» (per aver perso un occhio nel corso di un conflitto a fuoco avvenuto qualche anno fa), pluripregiudicato di 48 anni, residente a Cesano Maderno, da una settimana uscito dal carcere di Fossombrone per un permesso premio, è finito in manette insieme con i tre complici Adriano Roberto Verdelli, 38 anni, di Barlassina, Sebastiano Giacoppo, 46 anni, residente a Cesano Maderno, e Nunzio Romeo, 48 anni di Bollate. Il gruppo di rapinatori era seguito da diversi giorni sia dagli agenti della Squadra mobile di Milano sia dai carabinieri del Nucleo operativo, coordinati dai pm della Procura di Milano, Sangermano e D'Amico.

IL TENTATO COLPO - I banditi, pedinati dagli investigatori, hanno effettuato un sopralluogo davanti alle Poste intorno alle 5.30, e in seguito intorno alle 7.45, su tre auto diverse, hanno atteso l'arrivo degli impiegati per l'apertura degli uffici. Quando è arrivato il direttore Girardi e Giacoppo si sono diretti verso l'ufficio postale mentre gli altri due complici sono rimasti sulle vetture. Nel momento in cui hanno estratto le armi per costringere il direttore ad aprire il caveau, carabinieri e polizia sono intervenuti in forze disarmando e bloccando il gruppo. Sono state sequestrate due pistole semiautomatiche, una Beretta 98S con matricola abrasa e il colpo in canna e una Sig Sauer P228 calibro 9, uno storditore elettrico, parrucche e maschere di Carnevale.




http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/09_dicembre_30/tentata-rapina-banca-permesso-premio-occhio-vetro-1602226054612.shtml

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