martedì 19 gennaio 2010

Il perito delle parrucche




Mario Audello "veste" le teste dei principali spettacoli dei teatri lirici e di prosa in mezza Europa. Una storia affascinante come il suo mestiere. "Per cinque anni ho lavorato al centro elettronico Fiat, poi ha vinto la mia passione". "I sacrifici sono stati enormi, a lungo non sono più esistiti sabati e domeniche"
di Carlo Petrini

Mario AudelloC'è grande fermento nel laboratorio di Mario Audello, il signore delle parrucche che da Torino "veste" le teste dei principali spettacoli dei teatri lirici e di prosa di Italia e di mezza Europa. «Siamo in partenza per Palermo: il 22 gennaio inaugura la stagione del Teatro Massimo con il Nabucco, una produzione importante, con un allestimento classico, che dopo la Sicilia si sposterà al Carlo Felice di Genova - spiega Mario Audello - Stiamo facendo gli ultimi ritocchi a circa 226 parrucche e un'ottantina di barbe e baffi: due mesi di duro lavoro». Il lavoro è affascinante: si parte dai bozzetti del costumista e poi, in base alle esigenze, si opera su parrucche e toupet facendo un'attenta ricerca storica e iconografica: «portando al vivo quello che è uno schizzo su un foglio». Poi ci sono gli incontri di aggiustamento con il costumista e infine le prove con i protagonisti e alcuni coristi dell'opera, quello che Audello sta facendo in questi giorni in vista della prima palermitana.

La storia di Audello è affascinante come il suo lavoro. Studiava all'Istituto Avogadro di Torino per diventare perito elettronico, come voleva suo padre, anche se frequentava già un corso per trucco teatrale al Nuovo. «Per cinque anni ho fatto davvero il perito, al centro elettronico della Fiat a Mirafiori, che nei primi anni Sessanta era all'avanguardia. Però la mia passione era un'altra: le parrucche». Quello che era un lavoro che lo occupava nel tempo libero a un certo punto subisce una svolta: un suo collega lascia libero un appartamento nel centro storico. «Mi dice: "Audello, prendi tu l'alloggio e realizza il tuo sogno". È stata la prima cellula del mio laboratorio, che da allora si è ingrandito ma non si è mai più spostato da via dei Mercanti 16». Intanto nel mondo esplode il boom dei toupet e dei capelli cotonati, che per una decina d'anni impazzeranno sulle passerelle e sulle pagine delle riviste femminili più accreditate. Torino in quegli anni ospita ancora sfilate importanti, e Audello ne cura quasi tutte le acconciature, così che il gruppo di lavoro si ingrandisce fino a coinvolgere altre 9 persone. Poi accade una brusca virata. «Nella collezione primavera/estate del ‘73 le sfilate erano ancora ricche di toupet; in quella successiva, quella autunno/inverno, non esisteva più un'indossatrice con una parrucca in testa. Iniziava l'epoca dei capelli al vento, dei tagli e della permanente».

Audello decide allora di intraprendere un'altra strada e per 4 mesi si trasferisce a Parigi per apprendere le tecniche della parrucca teatrale e televisiva, una lavorazione completamente diversa da quella legata al mondo della moda. Rientrato a Torino fa il giro dei teatri cittadini. «Regio e Stabile si servivano a Roma. Ho presentato il mio lavoro e i miei collaboratori, ho raccontato la mia storia e ho chiesto di farmi provare. Hanno creduto in me e mi hanno molto aiutato, primo fra tutti il commendator Erba che allora era Sovrintendente del Regio - ricorda ancora oggi con riconoscenza - I sacrifici sono stati enormi, per anni non sono più esistiti sabati, domeniche e vacanze, però il lavoro piaceva e con il passaparola tra artisti e registi la clientela si allargava di molto». Oggi Audello serve oltre il 70% dei teatri lirici d'Italia, primo fra tutti il Regio di Torino, dove si occupa pure del trucco, ma anche l'Arena di Verona, la Fenice di Venezia o il San Carlo di Napoli. «Da una decina d'anni lavoriamo con tanti teatri francesi e spagnoli. Pur essendo piemontesissimo, lo stereotipo del bogia nen non mi si addice per nulla perché viaggio davvero tanto, cercando di privilegiare quei paesi in cui ho più dimestichezza con la lingua, perché nel mio lavoro capire bene le sfumature nelle esigenze del cliente è fondamentale».

Nomi non ne fa, perché non è elegante farlo, però dalle sue mani sono passate le acconciature di tutte le dive della lirica dell'ultima generazione. «Se hai l'occasione di conoscerle bene capisci che sono davvero grandi professioniste e allora aneddoti e capricci, che sono tanti e a volte assurdi, passano in secondo piano. Quando un'artista va a cantare all'Opera Bastille di Parigi e ti fa chiamare perché vuole una tua parrucca, beh, questa soddisfazione ripaga di tutti gli sforzi». Parrucche teatrali e televisione vanno di pari passo e Audello si è occupato delle teste dei protagonisti degli sceneggiati girati dal Centro di produzione Rai di Torino ma anche quelle delle trasmissioni che vanno in onda in questi giorni. «I tempi televisivi sono molto veloci, spesso si ha poco tempo per cambiare acconciatura e un toupet risolve il problema rapidamente

fonte http://torino.repubblica.it/dettaglio/il-perito-delle-parrucche/1810468

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