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domenica 28 febbraio 2010

parrucche per bambole....bambole da riparar ecco la soluzione...

Lunga vita al giocattolo
A volte ci vuole un cuore di pietra per gettare nell’immondizia l’ex bambola preferita di vostra figlia
L’ultima novità è il noleggio. Ma esistono altri modi, che inventano una seconda chance

Lunga vita al giocattolo

A volte ci vuole un cuore di pietra per gettare nell’immondizia l’ex bambola preferita di vostra figlia

Macchinine abbandonate in un angolo, Barbie spettinate, peluche scoloriti. Alt, urge un rimedio: gli incolpevoli - e voluminosi - giochi si meritano una seconda vita. Possibilmente lontano da casa nostra. Coraggio, genitori: salvare dal cassonetto i giocattoli vecchi è possibile. Così come uscire dal tunnel dell’acquisto inutile. Qualche alternativa c’è, soprattutto online: vendite dell’usato, mercatini benefici, baratti, ricicli e, novità, il noleggio. L’obiettivo è uno: insegnare ai figli che gli oggetti hanno un valore, il riuso non è un piano B ma una scelta, e il tempo dell’usa e getta è finito.

Apine in affitto Sono quelli destinati a un più rapido abbandono: i giochi da culla, come carillon, apine, orsetti. Pochi mesi e via, vengono sostituiti. A meno di non cliccare su bambinigiochi.it, un servizio di noleggio che parte in questi giorni. «Siamo i primi in Italia, ci consideriamo una start up» dice con orgoglio Fabio Marazzoni, il giovane che, assieme al fratello, sta allestendo il sito. «Ci siamo ispirati a due siti di successo, l’americano babyplace.com e il francese dimdom.fr». Il noleggio funziona così: ci si abbona per un periodo di qualche mese e si riceve uno scatolone con 4-5 giochi, scelti da un catalogo, che periodicamente vengono sostituiti con altri, senza costi aggiuntivi. «In questo modo si risparmia e non si occupa spazio in casa» dice il neoimprenditore.

Tutto ritorna Assomigliano ai normali cassonetti, ma sono trasparenti e divisi in scomparti. Sono i contenitori di “Rifiuto con affetto” disegnati da Publink, un grup po formato da tre amiche. «Abbiamo cominciato un paio d’anni fa a Venezia» racconta Maria Zanchi, una delle autrici. «Ora siamo a Mestre e Rovereto, e tra un mese ne inaugureremo cinque a Ravenna». Nei cassonetti Rca (rifiutoconaffetto. it) chiunque può lasciare quello che ritiene inutile, o recuperare abiti, giochi in scatola, pupazzi. «L’idea è di scambiarsi le cose senza fare circolare denaro». Qualcosa di simile a quel che fa il sito zerorelativo.it, che vanta 11 mila baratti andati a buon fine, «tra i quali un 7-8 per cento di giocattoli » dice il fondatore Paolo Severi. «Il sito è nato perché dovevo liberarmi di un divano, e alla fine l’ho venduto online per 1 euro» continua Severi. «Se qualcuno mi avesse proposto un libro, l’avrei accettato più volentieri». Zerorelativo. it funziona come una piazza virtuale; chi vuole inserisce un annuncio e aspetta le offerte. «Siamo a Pesaro, ma la maggior parte degli scambi avviene a Roma e Milano». Far circolare gli oggetti, trovando loro una nuova casa, è anche l’obiettivo del nuovo sito per famiglie mammasharing.it. Qui però gli appuntamenti sono reali: in questi giorni, un banchetto per scambiare giocattoli e altro è al centro commerciale 45° Nord di Moncalieri, vicino Torino.

A fin di bene Per chi vuole liberarsi dei giochi compiendo una buona azione, l’appuntamento è a dicembre con il Rigiocattolo, la tradizionale vendita di giocattoli usati che la comunità di Sant’Egidio organizza in tante piazze di una quindicina di città. La preparazione dell’evento inizia mesi prima: peluche e bambole in disuso vengono raccolti nelle scuole e negli oratori dai volontari che spiegano ai bambini il valore dell’iniziativa: il ricavato va a due progetti africani in favore dell’infanzia (info: santegidio.org). A Genova ogni primo sabato del mese la Fabbrica del riciclo accetta biciclette e balocchi che vengono messi in vendita: il ricavato, in genere tra i 1000 e i 2000 euro, va all’Unicef. Il materiale (i giochi sono il 20 per cento del totale) viene recuperato dalle cantine (info: fabbricadelriciclo.it).

Un lifting alle bambole In una bottega del centro di Napoli la famiglia Grassi manda avanti da quattro generazioni l’Ospedale delle bambole, ora nelle mani di Tiziana (tel. 339.5872274). In città è un’istituzione: Tiziana riceve le visite di turisti e famiglie, e organizza laboratori. «I bambini portano i loro vecchi giocattoli; insieme li smontiamo e ne costruiamo altri, che ci servono per una nuova storia ». I clienti spediscono da tutt’Italia bambole preziose: si spende dai 10 euro in su, si fanno 30-40 restauri al mese. «Sogno di aprire un museo. Siamo in attesa di trovare un luogo in comodato». Attende anche Pierina Cesaretti, appena sfrattata dalla sua antica Clinica delle bambole di via Magnanapoli, nel centro di Roma. Intanto continua ad aggiustare parrucche e vestitini (tel. 347.2803041). Nel Nord il laboratorio più accreditato è Ricordi & Balocchi, a Milano, specializzato in bambole antiche (tel. 02.5511786).

Usato in vendita Per chi vuole mettere sul mercato vecchi giochi, una catena di negozi è Baby bazar. Sul sito girobimbi. it si trovano indicazioni su spacci e outlet. Altri indirizzi su milanoperibambini.it

Per essere sempre hype- PARRUCCHE INGOMBRANTI


Informazioni, notizie e consigli per essere sempre trendy e di tendenza
HomeInfoPer essere sempre hype
Si legge “hàip” e si scrive hype. Dal greco “hyperbole”: esagerazione, iper, super, stra. Insomma, tutto ciò che è esageratamente esagerato. Adatto che chi sa e vuole osare.

Ed ecco Marc Jacobd che per Louis Vuitton ha mandato in passerella modelle con parrucche ingombranti e abiti clown a quadretti, scacchi con colletti abbottonati, code di volpe e volant. Tutto in un’unica soluzione.

Gaultier, Westwood, Victor&Rolf hanno saputo, invece, creare uno strabiliante e giovane effetto teatrale

fonte
http://tendenze.guidaconsumatore.com/00513_per-essere-sempre-hype/

IMPARRUCCATI RAPINANO BANCA A BRESCIA

RAPINANO BANCA A(AGI) - Brescia, 26 feb. - Colpo grosso in banca a Brescia nel pomeriggio. Due rapinatori armati di coltelli e camuffati con parrucche hanno fatto irruzione nella filiale di Banca Intesa, in viale Venezia, poco prima dell'orario di chiusura alle 16:00.
I banditi, descritti come italiani, hanno tenuto in ostaggio i presenti, 6-7 persone (un solo cliente), per circa un'ora, fino a quando e' scattata l'apertura temporizzata della cassaforte. Bottino 100mila euro. Prima di dileguarsi, i malviventi hanno portato via i filmati del sistema di videosorveglianza. (AGI) Cli/Mi/Ral BRESCIA, BOTTINO 100MILA EURO

mercoledì 24 febbraio 2010

Parrucche e Rapine a farmacie, arrestata coppia

I due erano il terrore nel Milanese
Come Bonnie e Clyde avevano il vizio della rapina in coppia, ma invece che le banche prendevano di mira le farmacie. Armati di pistola giocattolo, minacciavano i titolari e svuotavano le casse. Ma martedì qualcosa è andato storto e dopo l’ennesimo colpo in una farmacia di Inveruno, nel Milanese, sono stati individuati e arrestati dai carabinieri della Compagnia di Legnano.

La mente del duo criminale che terrorizzava le farmacie dell’Altomilanese era una donna, P.A., 40enne, barese, con il vizio della rapina, tanto da essere già finita nella lista nera delle forze dell'ordine. Con lei un giovane 26enne, G.S., di Arluno. Alle 17 di martedì i due sono arrivati a bordo di una Fiat panda verde, hanno parcheggiato in piazza San Martino ad Inveruno, Comune del Legnanese, e sono entrati nella farmacia calandosi sul viso dei passamontagna. Con una pistola, poi risultata finta, la donna terrorizzato e minacciato le tre farmaciste, mentre il complice, con evidente incertezza e timore, si avvicinava alla cassa.

Il giovane esitava e la donna è intervenuta con decisione per mettere al sicuro il bottino. Soltanto il giorno prima un altro colpo analogo era andato a segno in una farmacia di Ossona, sempre nel Milanese, con le stesse modalità. Bonnie e Clyde sono poi scappati a bordo della loro auto, rubata soltanto dieci giorni prima.

Ma i carabinieri del Radiomobile della Compagnia di Legnano, coordinati dal capitano Michela Pagliara e dal sottotenente Luca Starace, questa volta erano preparati. Da giorni effettuavano servizi mirati antirapina nella zona e, allertati dalla centrale operativa, che aveva appena ricevuto la chiamata di allarme dalle farmaciste, si sono messi subito alla ricerca del mezzo, riuscendo ad intercettarlo a Casorezzo, qualche chilometro più in là.

Dopo un breve inseguimento, la macchina è stata fermata e i due malviventi perquisiti. Sono stati subito trovati i soldi, circa 1500 euro, provento della rapina appena fatta, e la pistola giocattolo. I due, colti con le mani nel sacco, non hanno potuto far altro che confessare. Durante la perquisizione domiciliare, sono saltate fuori anche parrucche e maschere di Spiderman, probabilmente usate per camuffarsi durante gli assalti alle farmacie. Per loro sono scattate le manette, prima del trasferimento nel carcere milanese di San Vittore. Ora i crabinieri indagano per scoprire se ai "Bonnie e Clyde delle farmacie" possono essere attribuiti altri colpi.

sabato 20 febbraio 2010

Il burqa NO, la parrucca SI

Il burqa definisce una nuova moda francese in fatto di diritti civili

Prima gli svizzeri hanno messo al bando i minareti, ora il parlamento francese vuole impedire alle donne musulmane di indossare il burqa nei luoghi pubblici. L’hijab, il foulard indossato da alcune donne musulmane, è già vietato nelle scuole pubbliche francesi, dove è vietata qualsiasi ostentazione di simboli religiosi. Il burqa, ad ogni modo, viene indossato ben più raramente in Francia – solo da circa 1.900 donne su quasi sei milioni di musulmani presenti nel paese, quasi nessuno dei quali proveniente da un paese in cui è comune l’uso del burqa.

Il motivo per cui i parlamentari francesi, dai comunisti ai conservatori, sostengono questo divieto si basa sul consenso generale secondo cui l’uso del burqa sarebbe “contrario ai valori della Repubblica”. Come ha dichiarato il presidente francese Nicolas Sarkozy in una sua celebre affermazione, il burqa “non è il benvenuto in Francia”.

La cittadinanza francese è stata infatti rifiutata proprio per questo motivo a donne immigrante che sono solite andare in giro con il volto coperto. Le femministe, comprese alcune donne di origine musulmana, hanno appoggiato il divieto poiché considerano tale tradizione degradante. Un parlamentare comunista, André Gerin, ha messo in guardia sulla possibilità che terrorismo ed estremismo si “nascondano dietro al velo”.

In effetti solo i socialisti hanno rifiutato di votare a favore della risoluzione parlamentare, sebbene neanch’essi siano a favore del burqa, poiché non credono che il miglior modo per combatterlo sia attraverso l’emissione di leggi.

Penso che i socialisti abbiano ragione. Tralasciando il fatto che il governo francese avrebbe questioni ben più serie da affrontare, rispetto alle abitudini sartoriali di un limitato numero di donne, qui si tratta di un problema di libertà individuale.

Alcune donne potrebbero certamente essere obbligate a coprirsi dalla propria famiglia o dalla comunità, ma lo stesso si può dire delle donne ebree ortodosse, le quali devono rasarsi la testa e indossare parrucche quando si sposano. Non risulta ben chiaro in che modo alcune forme di ortodossia cristiana o ebraica siano più compatibili con i valori della Repubblica – figuriamoci poi con il femminismo – rispetto al salafismo musulmano. Ma comunque, nessuna donna dovrebbe essere obbligata a coprirsi il volto.

Ma, dovrebbero essere invece obbligate a non farlo? Una donna francese, che ha deciso di indossare il burqa di sua spontanea volontà, ha protestato: “ La Francia dovrebbe essere un paese libero. Oggigiorno le donne hanno il diritto di svestirsi, ma non di coprirsi”. Un’ altra contestatrice ha detto: “ Se ce lo fanno togliere, ci priverebbero anche di una parte di noi. Preferirei morire che permettergli di farlo”.

Alcuni musulmani, compresi i dotti religiosi, sostengono che coprire il volto della donna non sia effettivamente una tradizione musulmana. L’imam egiziano Sheikh Mohammad Tantawi vorrebbe vietare l’uso del velo che copre il volto nelle scuole egiziane, ma questo non rappresenta comunque un buon motivo per vietare alle donne francesi di entrare in un ufficio postale, una banca, una scuola, o un qualsiasi altro luogo pubblico, con il burqa. Interpretare la tradizione islamica non è compito del governo francese.

Si potrebbe sostenere il punto di vista che i governi nazionali facciano osservare le leggi, ma non i valori. Sebbene la maggior parte delle democrazie siano meno inclini della Repubblica francese ad imporre “valori nazionali” ai propri cittadini, la legge non può comunque essere separata totalmente dai valori condivisi. Il fatto che gli europei possano avere solo una moglie è sia una norma legale che culturale. Le idee sulla discriminazione sessuale, di genere e razziale, che cambiano nel corso del tempo, si rispecchiano anche nelle leggi europee.

Vi è sicuramente un delicato equilibrio fra le opinioni comuni e le libertà individuali. Alcune persone possono ancora condannare l’omosessualità, ma sono pochi gli europei che vorrebbero vietarla.

Nel complesso, le pratiche individuali, a meno che non danneggino gli altri, dovrebbero essere permesse anche se molte persone non le condividono. Potrebbe essere poco raccomandabile che persone che svolgono funzioni pubbliche – giudici, insegnati o donne poliziotto, ad esempio – coprano il proprio volto, ma si possono imporre codici di vestiario per alcuni lavori senza vietare a tutti un tipo di abito. Dopotutto non abbiamo neanche giudici o insegnati che indossano bikini sul luogo di lavoro.

Vi è un’altra ragione pratica per cui il divieto del burqa non è una buona idea. Se siamo seri nel voler integrare gli immigrati nelle società occidentali, essi dovrebbero essere incoraggiati a spostarsi in pubblico il più possibile. Vietare l’uso del burqa potrebbe spingere questa esigua minoranza di donne a rimanere nelle loro case, rendendole ancora più dipendenti dai mariti.

Quindi, come rapportarsi con quelle pratiche giudicate illiberali senza vietarle? Alcune volte è meglio non fare nulla. Convivere con valori che non condividiamo è il prezzo che dobbiamo pagare per vivere in una società pluralista.

Accertarsi che tutti i cittadini ricevano una buona istruzione può aiutare a ridurre potenziali terreni di conflitto. E allo stesso modo può aiutare il senso dell’umorismo. Esso non dovrebbe essere ostile, come le vignette del giornale danese. Una delle pubblicità più spiritose attualmente sul mercato è quella che pubblicizza una marca tedesca di biancheria intima femminile. Lo spot mostra una bella donna, nuda, mentre si guarda allo specchio, che trae piacere nell’indossare mutandine sexy e calze nere con giarrettiera – prima di avvolgersi in un burqa nero. L’unica cosa che l’osservatore vede, mentre lei guarda fuori dalla finestra, sono i suoi occhi, ben incorniciati dal mascara. Lo slogan recita: “sensualità per tutti: ovunque”.

Non solo è divertente e ben prodotta, ma, secondo le mie osservazioni sul Medio Oriente, questa pubblicità rappresenta anche un accurato riflesso della realtà. È certamente possibile immaginare, come fa il deputato comunista francese, una donna con il burqa coinvolta in operazioni terroristiche ed estremiste, ma lo stesso può valere per un uomo in jeans o per una donna in tailleur. Quello che tendiamo a dimenticare è che la persona sotto il burqa è in genere semplicemente una donna.

Ian Buruma è professore di Democrazia, Diritti Umani e Giornalismo al Bard College di New York; è autore di “Murder in Amsterdam: The Death of Theo van Gogh and the Limits of Tolerance”

fonte http://www.medarabnews.com/2010/02/20/il-burqa-definisce-una-nuova-moda-francese-in-fatto-di-diritti-civili/

giovedì 18 febbraio 2010

Il paziente sottoposto a chemioterapia può detrarre il costo della parrucca

Con la risoluzione del 16.2.2010, n.9/E l'Agenzia delle Entrate ha fornito dei chiarimenti relativi alla possibile detrazione dell'acquisto di una parrucca per pazienti sottoposti a trattamenti chemioterapici. Difatti, al fine di poter superare i disagi psicologici causati dai trattamenti, l'Amministrazione finanziaria ha ritenuto che l'acquisto della parrucca possa essere considerata una spesa sanitaria detraibile. Nonostante la parrucca non sia ricompresa nel nomeclatore tariffario delle protesi, ne deve essere prevista la detraibilità del costo sostenuto per l'acquisto poichè è volta a sopperire ad un danno estetico causato da una patologia.


se vuoi saperne di più scrivici lia@epinet.it

mercoledì 17 febbraio 2010

PARRUCCHE PERICOLOSE....Finanza, contraffazioni e falsi al Carnevale di Putignano

Bari – I militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Mola di Bari, all’esito di specifici controlli, hano scoperto una evasione fiscale operata da una azienda del territorio, operante nel settore di articoli sanitari, risultata essere ‘evasore totale’. In particolare, i militari della Finanza hanno accertato che il titolare della ditta ha sottratto a tassazione base imponibile per oltre 600mila euro; evaso Iva per circa 85mila euro. Il responsabile è stato denunciato all’A.G. competente. A Gioia del Colle i militari della Tenenza della Finanza hanno sequestrato 40 chilogrammi di tabacchi, di provenienza illecita, regolarmente muniti di sigillo di monopoli, detenuti in assenza delle prescritte autorizzazioni; una persona è stata denunciata all’A.G. per ricettazione. A Putignano, i militari della Tenenza, nel corso di una serie di controlli in loco durante lo svolgimento del Carnevale 2010 hanno sequestrato 1000 articoli pericolosi (tra cui puntatori laser, lampade alogene, parrucche, medicinali antifiammatori pericolosi per la salute) 700 abiti contraffatti, redatto 5 constatazioni inerenti l’occupazione del suolo pubblico, 4 constatazioni in materia di ricevute e scontrini fiscali per omessa installazione dell’apposito misuratore; segnalato nove persone all’A.G.; denunciato una persona all’A.G.

DETRAIBILITA' PER PARRUCCHE USO CHEMIOTERAPICO

La parrucca utilizzata per superare le difficoltà psicologiche derivanti dalla caduta dei capelli a seguito di trattamenti chemioterapici è un onere fiscalmente rilevante.

E' la conclusione cui giunge l'Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 9/E del 16 febbraio, che ritiene l'acquisto del bene una spesa sanitaria per la quale spetta la detrazione dall'imposta lorda del 19% dell'onere sostenuto, per la parte che eccede 129,11 euro (articolo 15, comma 1, lettera c, del Tuir).

L'Agenzia, in via preliminare, ricorda la precisazione fornita dall'Amministrazione finanziaria con la circolare 25/1997: nel caso in cui la spesa sostenuta non sia chiaramente riconducibile nell'elenco contenuto nell'articolo 15 del Tuir, occorre far riferimento ai provvedimenti del ministero della Sanità che contengono la lista delle specialità farmaceutiche, delle prestazioni specialistiche, delle protesi eccetera.
Tuttavia, nonostante la parrucca non sia ricompresa nel Nomenclatore tariffario delle protesi (allegato al decreto 332/1999 del ministero della Sanità), i tecnici del Fisco affermano che, nel caso in esame, ciò non costituisce un ostacolo alla detraibilità della spesa.

Anche l'interpellato ministero della Salute, infatti, ha riconosciuto al bene, in quanto correttore di un danno estetico provocato dalla malattia, una indubbia funzione sanitaria.
Pertanto, la parrucca, se messa in commercio con la destinazione d'uso di dispositivo medico secondo i principi contenuti nel decreto legislativo 46/1997 (attuativo della direttiva comunitaria 93/42/Cee concernente i dispositivi medici), rientra nel novero delle spese sanitarie detraibili dall'Irpef.

fonte: Agenzia Entrate

PARRUCCA SUPER VOLUMINOSA per Lady Gaga assoluta dominatrice ai Brit Awards.






Lady Gaga assoluta dominatrice ai Brit Awards. L'interprete di 'Paparazzi', che ha regalato ai fan anche una inquietante performance live dedicata al designer Alexander McQueen, ha infatti sbaragliato la concorrenza e si e' aggiudicata tutti i tre riconoscimenti per cui aveva ricevuto le nomination: 'miglior artista femminile internazionale', 'miglior artista emergente' e 'miglior album internazionale' per 'The fame'.

'Grazie mille per aver creduto in me' - ha detto dal palco. E tra i protagonisti di questa scoppiettante edizione, arricchita anche da spettacolari performance live, ci sono stati anche Lily Allen, 'miglior artista femminile britannica', e Jay-Z che, nonostante le polemiche dopo la partecipazione al festival di Glastonbury, ha ricevuto il premio come 'miglior artista maschile internazionale'. '(What's The Story) Morning Glory?' dei nuovamente separati Oasis e' stato nominato 'miglior album britannico degli ultimi trent'anni', mentre a Robbie Williams e' andato il premio alla carriera.

Riconoscimento anche per le Spice Girls: 'Wannabe/Who Do You Think You Are' giudicata come miglior performance degli ultimi trenta anni.

fonte http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/spettacolo/2010/02/17/visualizza_new.html_1704481678.html

venerdì 12 febbraio 2010

PARRUCCHE ENORMI PER HELLO KITTY






Il 9 febbraio 2010 il Kawaii Team ha avuto l’onore di essere invitato alla prima mondiale di “Hello Kitty the Show, musical di una favola moderna” presso il Teatro Nuovo di Milano, al quale ha presenziato anche l’amministratore delegato di Sanrio, Kunihiko Tsuji.

On February 9, 2010, the Kawaii Team had the honor of being invited to the world premiere of “Hello Kitty the Show, musical di una favola moderna” (Hello Kitty the Show, a musical of a modern tale) at the Teatro Nuovo in Milan, where also attended the CEO of Sanrio, Kunihiko
fonte http://www.nonsolokawaii.com/hello-kitty-the-show/

L'antico mestiere de 'U varviere' ai giorni nostri

TERMOLI. Continuamo la nostra rivisitazione nei vecchi mestieri che comunque ancora oggi resistono al progresso ed anzi si adeguano alle nuove tecniche per poter continuare ad operare. Questa volta ci occupiamo del barbiere o meglio conosciuto oggi come parrucchiere. Lo facciamo andando a trovare ormai uno degli ultimi artigiani, perchè questo è sicuramente un mestiere di artigianato della vecchia guardia, il signor Leo Mascitto che ha la sua ‘bottega’ lungo il corso Nazionale, originario di San Martino in Pensilis, ma residente a Termoli da oltre 50 anni.

L'altro collega che ancora è in attività termolese con qualche anno in piu' di anzianità di servizio è Peppino Perazzella che ha il suo ‘atelier’ alla stazione ferroviaria. Signor Leo ‘u' varviere’, come ci tiene a specificare lui in termini dialettali, come si diventa un buon barbiere e come si riesce a durare così per tanti anni attraversando tante mode? Come lo è diventato lei? “Allora le dico che per diventare un ottimo barbiere o varviere, un buon maestro, devi iniziarlo a fare quando hai sette, otto, nove, dieci anni perchè devi fare il cosiddetto ragazzo di bottega, che quando esisteva e non c'erano le leggi di oggi che proibiscono il lavoro minorile, anche perchè erano tempi diversi, svolgeva mansioni che andavano dallo spazzare per terra, pulire la polvere, andare dai clienti dopo il taglio all'ordine di spazzola ragazzo, mentre quelli già un po' più pratici insaponavano il viso. Ecco queste erano le cose che poi ti facevano imparare il mestiere, adesso non si può più come dicevo perchè sono cambiate le leggi e sono cambiate anche le situazioni.

Io che già oggi faccio fatica a guadagnare per me, come posso permettermi un lavorante di vent'anni e pagargli uno stipendio regolare? Non si può. Quando a sette anni lo facevo io mi davano venti lire alla settimana, per andare al cinema ne occorrevano cinquanta e allora penso che era lo stesso. Mio papà di nascosto dava le venti lire al mastro per farmi imparare il mestiere, oggi a vent'anni a parte che un ragazzo non imparerà mai perchè i giovani hanno altre idee per la testa, ma non sanno nemmeno cosa significhi il sacrificio. So che ritornare a quei tempi oggi è impossibile". Una volta è vero che all'alba c'erano già clienti dietro la porta della bottega, soprattutto i marinai che dovevano andare per mare?

"Il barbiere faceva le barbe ai poveri e ai ricchi fin dalla mattina alle 5 per un’intera giornata e per portare a casa un incasso, che era quello che era, non era facile con le barbe. Non è che guadagnavi chissà cosa, noi aspettavamo chi si doveva tagliare i capelli e quelli che non avevano soldi tagliavano i capelli ogni 20- 25 giorni, adesso che i soldi un po' ci sono vengono ogni sei mesi anche perché- e gli scappa una battuta- ora ci sono i soldi ma non i capelli, questo nei paesi come il nostro. Nelle grandi città i prezzi sono più alti ed il lavoro c'è". Signor Mascitto mi dicevano gli anziani che u' varviere di una volta si distingueva non solo tagliando barba e capelli ma anche in altre ‘operazioni’. "E ' vero, u' varviere de na vota sapeva fare tante cose, sapeva fare il medico, applicava i ‘sanguette’ in dialetto (in italiano le sanguisughe) che in quei tempi servivano per fare i salassi e far abbassare la pressione sanguigna, tiravano i denti, operavano anche alcuni foruncoli che venivano fuori appena finita la guerra e tramite u' varviere anch'io ho fatto un qualcosina del genere, non molto perchè già non si usava più farlo perchè poi sono arrivati i dentisti, i medici laureati, ma è grazie al barbiere che sono usciti pure i tecnici ospedalieri, senza di noi loro non provavano mai".

Un lavoro davvero interessante il barbiere? "Sicuramente si, ora però siamo stati soppiantati ed io dico siamo rimasti fessi- e giù una bella e grassa risata- si diceva una volta che chi sposava un artiere (artigiano) stava bene a casa, era ricco, mentre gli altri erano costretti ad andare a lavorare nei campi, ora i tempi sono cambiati, le donne governano e comandano la situazione con la famosa parità". Lei comunque ha insegnato ad uno dei suoi figli, Cesare, il mestiere ed ora opera a Termoli in zona sud. "Di questo ne vado fieramente orgoglioso, questo per me è il mestiere più bello che esista sulla faccia della terra e per questo sono contento per mio figlio, qui si tratta sempre con tanta gente, il bravo, il cattivo, il fesso, il ricco, il politico, insomma tutti i ceti sociali passano di qui". Ma allora è vero che dal barbiere, o u' varviere, è anche la bottega del gossip o meglio dove si spettegola su chiunque? "Una volta si era vero perchè molti non sapendo nè leggere nè scrivere, venivano da noi riportando fatti e fattarelli privati del paese, insomma le ultime notizie della giornata.

Insomma oltre al medico e dentista facevate anche i giornalisti, ci rubavate già allora il mestiere? "Il barbiere è come se fosse un giornalista, come le dicevo allora sapeva leggere, il cliente spesso no, lui leggeva al cliente, insomma faceva da cassa di risonanza". 58 anni a tagliare capelli e radere barbe, chissà quante tonnellate di capelli avrà tagliato, ma è vero che i capelli tagliati venivano riusati per altri fini? "Ma no, i capelli tagliati vanno buttati! Una volta li ritiravano ma quelli da donna, quelli lunghi, perchè ci facevano le parrucche o li mettevano alle bambole". Certo però che voi barbieri nella vostra lunga storia siete passati attraverso periodi davvero duri prima i capelloni, ora tutti pelati. "Certo, ora noi dobbiamo ringraziare quelle aziende che hanno inventato le macchinette a pochi soldi fai da te che permettono di tagliare e modellare i capelli a casa e noi qui a guardare. Poi se il taglio è riuscito bello o brutto non importa, il reale look della persona è tramontato, non importa più essere presentabile o no, ma io vi dico chiudendo qui: attenzione, guai a perdere definitivamente il barbiere anzi ve lo sottolineo, u’ varviere!”

Leo Mascitto, uno che ancora è lontano, nonostante quasi sessant'anni di attività sul campo, dall'appendere la forbice al fatidico chiodo. Nonostante le macchinette e i ‘pelati’ per moda

giovedì 11 febbraio 2010

Lezioni di trucco e parrucca per umanizzare il reparto di oncologia

All'ospedale di Circolo, il reparto diretto dalla dottoressa Pinotti, con la collaborazione di tutte le associazioni di volontariato, amplia il concerto di prendersi cura
Lezioni di trucco e parrucca per umanizzare il reparto di oncologia. Non solo cure. Il reparto di oncologia dell'ospedale di Circolo ha deciso di investire sulla sua umanizzazione: abbellimento degli spazi, creazione di spazi di socializzazione come il "Salotto delle gerbere" e il "Salotto delle idee", lallestimento di un'area Tv dove poter vedere DVD e altri dettagli per creare un ambiente quanto più amichevole favorendo il dialogo tra operatori, pazienti e accompagnatori.

Proprio nell'ottica di migliorare il contatto umano e favorire iniziative che agevolino la qualità della vita dei pazienti, il reparto, diretto dalla dottoressa Graziella Pinotti, insieme con tutte le associaizoni di volontariato ( Andos Varese, Andos Insubria, Caos, Lilt e Varese per l'oncologia), hanno favorito un progetto decisamente innovativo e inusuale per un reparto ospedaliero: "lezioni di trucco e parrucche".
«L'iniziativa si colloca nell'esigenza di prendersi cura non solo dal punto di vista medico - ha spiegato il primario - Parlando con i nostri pazienti, abbiamo capito che spesso motivo del proprio sconforto sia anche l'aspetto fisico che viene depresso dalle cure. Abbiamo, quindi, pensato a lezioni e colloqui personali con professionisti dell'immagine per aiutare le persone a piacersi di più e a ritrovare la voglia di vivere la propria quotidianità. Riteniamo che l'immagine corporea sia fondamentale per rielaborare lo shock provocato dalla diagnosi e per affrontare con più serenità il lungo e difficile percorso legato alle terapie».

Due mercoledì al mese, un'esperta truccatrice della ditta Clinque sarà a disposizioe di chi farà richiesta, per dare lezioni e consigli di trucco, aiutando il paziente a ritrovare la "propria immagine". Dopo il corso di trucco tenuto con successo nel 2009, quest'anno, grazie anche alla collaborazione di tutte le associazioni di volontariato, i pazienti troveranno oltre al trucco, parrucche gratuite, che verranno preparate dagli specialisti in base alle richieste e alle esigenze dei singoli.
Gli incontri si svolgeranno all'interno del reparto, alla presenza dei medici, delle infermiere, dello psicologo e dei volontari: « Siamo convinti - ha dichiarato la dottoressa Pinotti - che portare questi programmi all'interno degli ospedali faccia decollare la profonda consapevolezza che le malattie non si curano solo con un approccio scientifico, ma anche culturale, fatto di sensibilità, ascolto, informazione, partecipazione e dialogo, affinchè si sviluppi la presa di coscienza del diritto alla salute in termini di vera solidarietà».
Il progetto vede responsabile la dottoressa Linda Bascialla e potranno accedervi i pazienti previa prenotazione presso la segreteria del DH dell'Oncologia Medica.

lunedì 8 febbraio 2010

BUON CARNEVALE IITALIANO!

sabato 6 febbraio 2010

PARTE IL CANEVALE






Venezia: maschere, feste e spettacoli. Dall'Arlecchino al Burlesque
Il 6 febbraio Ferruccio Soleri nel suo personaggio più noto apre la grande kermesse del Carnevale. Dieci giorni di eventi tra glamour e divertimento
Il Premio Nobel per la Letteratura Dario Fo, che lo scorso anno ha aperto con Mistero Buffo il Carnevale di Venezia, passa il testimone a Ferruccio Soleri, un altro grande artista del panorama teatrale, tra gli attori prediletti da Giorgio Strehler. Sarà lui a inaugurare la nuova edizione di Sensation, la sera del 6 febbraio in piazza San Marco, con un nuovo adattamento dell' Arlecchino servitore di due padroni realizzato per la kermesse veneziana con il regista Stefano De Luca. Tratta da una delle più celebri commedie di Carlo Goldoni, portata in tournée da Strehler in tutto il mondo, la pièce ha riscosso successo e plausi anche per l'interpretazione di Soleri: un Arlecchino divertente e malinconico, grottesco e appassionato, portato in scena per 2064 volte. Anche quest'anno dedicato ai cinque sensi (da cui il titolo Sensation), il Carnevale veneziano proseguirà per dieci giorni (fino al 16 febbraio) con 290 spettacoli, oltre 300 artisti, sorprendenti scenografie, percorsi ed eventi a tema in tutti i sestieri.

Da Cannaregio, il girone dei golosi dedicato al gusto con lezioni di cucina di grandi chef e specialità veneziane offerte dai ristoratori, a Castello, il sestiere del tatto che ospiterà un percorso al buio nato da un’idea dell’Istituto dei Ciechi di Milano (alle Corderie dell’Arsenale). A Dorsoduro sarà protagonista l'udito con concerti, dj set e una grande festa sabato 13 con, fra gli altri, Motel Connection, Albertino di Radio Deejay . Mentre Santa Croce sarà invaso di profumi di spezie e di cioccolato (l'olfatto) e San Polo ospiterà spettacoli di burattini, giochi e animazioni per "la gioia degli occhi" dei bambinini. Mente e centro nevralgico della festa, San Marco farà da sfondo agli eventi clou, come il corteo storico del Doge e della Doganessa (il 7), ma anche il trasgressivo e divertente concorso tra Drag Queen, che il 12 (dalle 21 alle 23) si sfideranno a colpi di makeup e paillettes.

Dai sestieri ai teatri, La Fenice sabato 13 aprirà le porte al Gran Ballo della Cavalchina, evento mondano ispirato alle feste di corte del '700, con dame, cavalieri, sete, velluti, parrucche, crinoline... Sempre il 13, Palazzo Pisani Moretta sarà la cornice di una delle feste più sontuose ed esclusive del Carnevale veneziano e non solo: Il Ballo del Doge, ideato nel 1993 dalla stilista e costumista Antonia Sautter e da allora frequentato da capi di stato e personaggi del jet set internazionale. Grande attesa, infine per le due feste Neo Burlesque che il 12 e il 13 animeranno le prestigiose sale di Palazzo Grassi, sede della collezione d’arte di Francois Pinault.

fonte http://viaggi.corriere.it/consigli_di_viaggio/mostre_e_eventi/2010/carnevale_venezia/carnevale_venezia.shtml
fotoezio consoli

rapine a milano imparruccati

Due rapine in banca in mezz'ora
Due rapine in banca sono state messe a segno, a Milano, nel giro di mezzora. Il bottino più ingente (circa 10 mila euro) è stato portato via poco prima delle 10 alla filiale di Banca Intesasanpaolo di viale Regina Giovanna. Due banditi, armati di pistole e travisati con parrucche, hanno minacciato i cassieri, si sono fatti consegnare il denaro custodito nelle casse. L'altro colpo è avvenuto alla Banca popolare di Novara in piazza di Porta Ludovica, dove un un malvivente solitario, con un taglierino, ha ottenuto un bottino di 7 mila euro.

mercoledì 3 febbraio 2010

PARRUCCHE E CANDIDATURE AGLI OSCAR ...

Quattro italiani candidati: «Ha vinto la nostra creatività»
Signoretti e Sodano selezionati per Il Divo
LOS ANGELES - «A fare i mostri sono buoni tutti, ma la vera difficoltà è fare film come Il Divo in cui il trucco c’è, ma non si vede». Parola di Aldo Signoretti (alla terza candidatura agli Oscar dopo Moulin Rouge e Apocalypto) e Vittorio Sodano, alla seconda dopo Apocalypto, entrambi in corsa con il film italiano di Paolo Sorrentino dedicato alla figura di Giulio Andreotti.
«A sperare lo speravamo - aggiungono i due -. Fare Il Divo non è stato facile. È stato fatto un lavoro artigianale fatto di protesi che non si dovevano vedere. Sorrentino non voleva una somiglianza con Andreotti, ma un Servillo che lo ricordasse soltanto. Sul film ci sono dieci parrucche, ma non si vedono, ore di trucco che neppure si avvertono perché tutto sembra naturale. Questa è la vera difficoltà che probabilmente hanno apprezzato gli americani».

PARRUCCHE E CANDIDATURE AGLI OSCAR ...TUTTO MADEIN

Quattro italiani candidati: «Ha vinto la nostra creatività»
Signoretti e Sodano selezionati per Il Divo
LOS ANGELES - «A fare i mostri sono buoni tutti, ma la vera difficoltà è fare film come Il Divo in cui il trucco c’è, ma non si vede». Parola di Aldo Signoretti (alla terza candidatura agli Oscar dopo Moulin Rouge e Apocalypto) e Vittorio Sodano, alla seconda dopo Apocalypto, entrambi in corsa con il film italiano di Paolo Sorrentino dedicato alla figura di Giulio Andreotti.
«A sperare lo speravamo - aggiungono i due -. Fare Il Divo non è stato facile. È stato fatto un lavoro artigianale fatto di protesi che non si dovevano vedere. Sorrentino non voleva una somiglianza con Andreotti, ma un Servillo che lo ricordasse soltanto. Sul film ci sono dieci parrucche, ma non si vedono, ore di trucco che neppure si avvertono perché tutto sembra naturale. Questa è la vera difficoltà che probabilmente hanno apprezzato gli americani».

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