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sabato 31 luglio 2010

barbe e parrucche per una rapina...

Legano i clienti per un'ora
e rapinano la banca: arrestati
Parrucche e barbe finte in una filiale di Sottomarina
Travisati da parrucche e barbe finte due rapinatori di orgine piemontese hanno assalito ieri, ma la notizia è stata resa nota solo questa mattina, la filiale Unicredit di Sottomarina. Dopo aver immobilizzato per oltre un'ora, tre impiegati e quattro clienti, la coppia era riuscita a prelevare oltre 30.000 euro. All’uscita dalla banca però i malviventi hanno trovato ad attenderli i carabinieri che li hanno arrestati In carcere sono finiti due torinesi Giovanni Giolitto (57), con numerosi precedenti e di Luigi Cucinelli, (48) professionista del tiro al piattello. Un terzo malvivente è tuttora ricercato. I tre, ieri pomeriggio, sono entrati nella banca, travisati con bavagli, parrucche, baffi finti e berretti, e armati di taglierini e pistola poi rivelatasi giocattolo. Si sono fermati nell’istituto di credito per poco meno di un’ora, in attesa che il meccanismo di sicurezza del bancomat si sbloccasse. Tre persone, tra le sette presenti in banca, sono state legate. All’apertura elettronica della cassa i banditi si sono impossessati di 31.709,64 euro e del contenuto di alcune cassette di sicurezza, non ancora quantificato. Poi sono usciti dalla banca, ma si sono trovati davanti i carabinieri che ne hanno bloccato due mentre il terzo è riuscito a scappare. È stato recuperato gran parte del bottino, oltre 30.000 euro, e ritrovata una vettura rubata mesi fa a Torino mesi va, probabilmente usata dai banditi per arrivare a Chioggia. Per i carabinieri si tratta di professionisti: indossavano due ’stratì di vestiti per potersi cambiare subito; uno aveva messo sulle punte delle dita colla per non lasciare impronte. L’allarme è stato fatto scattare da colleghi e clienti della banca insospettiti dal fatto che nessuno rispondeva al telefono fisso e al cellulare.

fonte http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2010/31-luglio-2010/legano-clienti-un-ora-rapinano-banca-arrestati-1703496504669.shtml

giovedì 29 luglio 2010

Processo alla banda delle parrucche

Processo alla banda delle parrucche
La sentenza: "Solo uno è un rapinatore
Sette anni e mezzo a Sale, assolto Carta. Appassionante processo per i colpi in banca a Sassari, la sentenza dopo una lunga camera di consiglio. I banditi agivano con grandi parrucche. L’inchiesta ripartì dopo l’arresto per un colpo fotocopia in banca a Terralba SASSARI. Solo uno dei due imputati partecipò a uno dei quattro colpi messi a segno dalla «banda delle parrucche», così chiamata dagli investigatori per le capigliature posticce usate dai malviventi per non farsi riconoscere.

Dopo sette ore di camera di consiglio, alle 21 di ieri i giudici del tribunale hanno condannato un imputato e assolto l'altro al processo per i colpi in banca a Sassari. Il collegio presieduto dal giudice Pietro Fanile (a latere Carla Altieri ed Elena Meloni) ha scagionato da tutte le accuse Graziano Carta, 28 anni, di Siniscola. I giudici hanno invece inflitto sette anni e sei mesi ad Antonino Sale, 45, di Lula ma residente a Bitti. L'uomo è stato condannato per la rapina del 19 settembre 2008 al Banco di Sardegna di via Rolando. A Sale veniva imputato anche il colpo dell'agosto 2008 ad Arzachena, ma da questa accusa è stato assolto.

La sentenza è arrivata nove mesi dopo gli arresti dei due imputati ed è la prima verità processuale su una vicenda che, tra il 2008 e il 2009, impegnò i carabinieri e la polizia in una indagine complessa. Un lavoro investigativo che ha convinto il pm Michele Incani. Ieri il pm aveva chiesto sette anni e sei mesi di reclusione per ciascuno degli imputati. Quello appena finito è stato il classico processo indiziario, interessante sotto il profilo procedurale e che ha impegnato le parti in schermaglie appassionanti. Da una parte c'era il pm Incani, convinto sostenitore della colpevolezza dei due imputati. Dall'altra parte della barricata processuale c'erano gli avvocati nuoresi Pasquale Ramazzotti, Antonio Busia e Anna Rita Pau.
Ramazzotti difende Graziano Carta, Busia e Pau assistono Antonino Sale. Ieri gli avvocati si sono dedicati alla meticolosa opera di destrutturazione delle prove a carico degli imputati. Argomentazioni che evidentemente hanno convinto i giudici solo nella parte che riguardava Graziano Carta.
La storia è complessa. L'inchiesta sulle rapine sassaresi ripartì, nel novembre del 2008, con l'arresto di Graziano Carta per un colpo in banca a Terralba. Un blitz che riproponeva il canovaccio di altri quattro blitz analoghi a Sassari e ad Arzachena. Dopo il fermo di Carta, trascorsero altri mesi prima che gli investigatori puntassero contro di lui e Sale. Secondo polizia e carabinieri i due erano gli imprendibili autori dei colpi a mano armata che nel 2008 avevano fruttato un bottino di circa 130 mila euro. Tutti i colpi furono messi a segno con lo stesso modus operandi e con l'impiego di due auto: una Golf grigia e un'Alfa Romeo 147 nera.
Il nucleo operativo della compagnia sassarese arrivò a Sale seguendo le tracce della Golf grigia dei rapinatori. Un'auto identica alla sua. Pronta, ieri, la replica degli avvocati: il giorno della rapina, la Golf era ferma in officina per la sostituzione del parabrezza. Una tesi che però non ha convinto i giudici.

fonte http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettaglio/processo-alla-banda-delle-parrucche-solo-uno-e-un-rapinatore/2209973

giovedì 15 luglio 2010

IL MESTIERE DI RACCOGLIERE I CAPELLI, LO RACCONTA UN MUSEO

IL MESTIERE DI RACCOGLIERE I CAPELLI, LO RACCONTA UN MUSEO
Oggi si vendono su Ebay o in appositi negozi, e si e' pure pensato di raccoglierli in trecce per fermare l'emorragia nera nel golfo del Messico. Servono a fare parrucche, extensions, toupet, acconciature posticce, e 30 cm valgono circa 45 euro. I capelli si commerciano, e non da ieri: fino a pochi decenni fa le ragazze delle campagne ne vendevano trecce lunghissime in cambio soltanto di un pezzo di stoffa. A raccoglierli, i cavie', o pelhassiers: uno dei tanti mestieri itineranti che si sono persi con il boom economico, e che nelle valli cuneesi era molto diffuso.

A Elva (Cuneo), in valle Maira, apre per tutto luglio il Museo dei Pels, una collezione etnografica dedicata alla figura dei raccoglitori di capelli. Nel paesino della Valle Maira - centotre abitanti, una corona di montagne e l'antica parrocchiale di Santa Maria Assunta, con affreschi del Quattrocento e campanile romanico - quella dei capelli era, almeno a partire dall'Ottocento, una vera e propria industria che impiegava 500 degli allora mille abitanti.

I cavie', come venivano chiamati nel dialetto locale, partivano all'inizio dell'autunno, quando i lavori agricoli erano terminati, verso il Veneto, a caccia di donne e ragazze disposte a cedere le proprie chiome per qualche lira, o piu' spesso per un pezzo di stoffa o un foulard. Il 12 maggio rientravano tutti a Elva: era San Pancrazio, la festa del Patrono. Come tutti i mestieri itineranti dell'epoca - arrotini, stagnini, acciugai - battevano tutta l'Italia del Nord, fino al mare. I capelli piu' pregiati erano quelli piemontesi; il Friuli era un bacino di caccia eccellente, piu' giu' delle Marche non si scendeva perche' i capelli delle donne del sud erano giudicati troppo spessi e scuri. Di solito compravano a trecce, ma in caso di scarsita' andavano bene anche i capelli rimasti nel pettine o ''cavei del pentu'', da cui l'espressione ''del pentu'' per indicare qualcosa di poco valore.

Tornati ad Elva, i cavie' affidavano i sacchi di capelli a donne e ragazze, che li pettinavano e li lavavano, mazzettandoli a seconda del colore, della lunghezza e della testura, poi li spedivano ai grossisti. I capelli diventavano parrucche pregiate per nobili e alti borghesi in tutta Europa e oltre: i capellai di Elva commerciavano con la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, gli Stati Uniti, l'Argentina, l'Australia.

La storia di questo mestiere e' ricostruita al museo di Elva, che apre solo su prenotazione durante tutto l'anno e a luglio e' invece eccezionalmente sempre aperto. Ospita testimonianze, fotografie, immagini, documenti commerciali. Il percorso comprende anche la visione di un film-documentario intitolato ''La strada dei capelli'', e audioguide in italiano, inglese, tedesco e occitano.

Per informazioni e approfondimenti sulla storia dei cavie', www.comune.elva.cn.it. (ANSA).

giovedì 8 luglio 2010

parrucca e rapina:arrestato

Trucco, parrucca e tailleur per apparire una donna. E per ingannare le telecamere degli impianti di sorveglianza delle banche. Eppure tutti si rendevano perfettamente conto che si trattava di un travestito quando effettuava le sue rapine. L’ultima in ordine di tempo alla filiale della Banca del Piemonte di San Mauro, lo scorso 16 giugno. Qui aveva puntato il taglierino alla gola di un cliente per costringere il personale a consegnargli 5mila euro. Il malcapitato era stato usato come scudo anche durante il tentativo di fuga del travestito, che poi era riuscito a fare perdere le sue tracce. Le testimonianze dei presenti, i fotogrammi dei filmati, l’occhio attento di un maresciallo e un paziente lavoro di comparazione di immagini, però, hanno permesso di inchiodarlo. Lui si chiama Marco Dvorscheg, è un italiano di 49 anni ufficialmente senza fissa dimora ma in realtà abita a casa della fidanzata, in strada del Cascinotto a Torino. Quando i carabinieri di San Mauro hanno diffuso i fotogrammi con lui vestito da donna forse non speravano di incastrarlo così presto. Ma un maresciallo della stazione torinese di Regio Parco, guardando le foto, si è ricordato di alcuni particolari inequivocabili che aveva notato in un suo precedente “cliente”. Così sono state messe a confronto la sua immagine segnaletica e i fotogrammi e si è arrivati a stabilire, comparando le macchie della pelle della spalla e le rughe sul viso, che il travestito non poteva essere che lui. Così i militari lo hannos tanato a casa. Lui ha accennato un tentativo di fuga, ma presto si è arreso. Dei 5mila euro non c’era più traccia. Scomparsi insieme a trucco, parrucche e tailleur. Una sparizione che però non è riuscita a evitargli la galera.

fonte Davide Petrizzelli Leggo

venerdì 2 luglio 2010

tutti in rosa PARRUCCHE COMPRESE

Follie di dolce vita dal tramonto all´alba
Da stasera a domenica la Riviera da Comacchio a Cattolica si trasforma in un immenso palcoscenico per una lunga maratona spettacolare. Un monocolore per bomboloni, sdrai, bagnini, paparazzi, monumenti, fuochi d´artificio, modelle
di STEFANIA PARMEGGIANI

RIMINI - Gli scogli sono ricoperti da soffici teli confetto, una gradazione appena più intensa di ombrelloni e sdraio. Gli autobus percorrono il lungomare infiocchettati come bomboniere. Nei viali dello shopping le rose gareggiano coi gigli e nei parchi di divertimento è uno spumeggiare di onde e fiocchi pastello. Commesse e bariste hanno cambiato divisa e persino i bagnini, vitelloni per definizione, indossano costumi nella meno virile tra le tonalità. Da Comacchio a Cattolica, sui 110 chilometri della Riviera romagnola, imperversa un unico colore: il rosa.

Roba da stropicciarsi gli occhi, soprattutto se chiedendo una piadina questa ti viene servita in una sospetta colorazione pesca. Così come il latte della colazione, l´aperitivo o il lounge drink. Non è un difetto di vista, è solo la Notte Rosa, il capodanno dell´estate che da cinque anni coinvolge un milione e mezzo di persone.

S´inizia questa sera e si chiude domenica. Tre giorni immersi in un´aria zuccherosa che cinquant´anni dopo omaggia la Dolce vita di Federico Fellini. Anita Ekberg e Marcello Mastroianni sono i testimonial e la foto del celebre bagno nella fontana di Trevi campeggia sul manifesto ufficiale. L´atmosfera dei ‘60 aleggia per tutto il fine settimana con mostre, reading, proiezioni ed happening. Ecco ad esempio che a Riccione si ammirano gli scatti del paparazzo Marcello Geppetti sulle notti romane di via Veneto e per le strade di Rimini compaiono le chiocciole giganti del collettivo Cracking Art Group. E poi i concerti, le feste in spiaggia, gli spettacoli e l´animazione per bimbi, bar e ristoranti aperti tutta la notte e una pennellata di rosa che copre i "monumenti" della riviera, dal Grand Hotel di Rimini al Grattacielo di Cesenatico.

In tutto trecento eventi e un numero incalcolabile di feste e appuntamenti organizzati da privati. Cuore del capodanno, la Notte rosa vera e propria, che comincia questa sera al tramonto per finire all´alba. A spezzare il ritmo delle danze l´appuntamento di mezzanotte, quando anche il cielo cambierà colore con un grande spettacolo di fuochi d´artificio che unirà i 110 km della riviera. Unica accortezza, anzi necessità, è sfoggiare qualcosa di rosa: chi non fosse attrezzato può sempre contare sulle migliaia di gadget distribuiti dalle hostess: foulard, parrucche, magliette... Il sipario cala domenica sera quando, sulla spiaggia di Riccione, sarà proiettata la copia originale de La Dolce Vita


FONTE http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/07/02/news/follie_di_dolce_vita_dal_tramonto_allalba-5325022/

Lady Gaga per un loook maschile gioco infinito con parrucche e make up






Lady Gaga sorprende ancora: ecco il suo lato maschile

Lady Gaga non smette mai di sorprendere. Questa volta non si tratta di look stravaganti, parrucche e costumi eccentrici o cadaveri veri sul set. La Germanotta si è travestita da uomo per posare come “modello” nell’edizione giapponese di Vogue Hommes, destando in un primo momento dubbi tra i suoi fan.

La “doppia identità” richiede anche un nuovo nome d’arte. Lady Gaga ha pensato anche a questo: Jo Calderone, il nome dell’affascinante ragazzo di professione modello.

Le foto di questo ragazzo sono comparse qualche giorno fa sul web e precisamente sul blog di Perez Hilton e su quello della stilista di Lady Gaga stessa. Le immagini di Jo Calderone hanno iniziato così a girare lasciando molti fan confusi. Notando la somiglianza con l’amata Lady Gaga, infatti, in molti si sono chiesti: Lady Gaga è una donna o un uomo?

I loro dubbi non erano del tutto infondati. Jo Calderone, infatti, non è altro che una nuova trovata della cantante italo-americana, che ha deciso di sorprendere ancora travestendosi da uomo. Niente trucco, né accessori stravaganti. Quasi irriconoscibile, tanto che in molti si domandavano su chi fosse questo nuovo modello. Ma ai suoi fan più sfegatati non è sfuggita la somiglianza. Inoltre con un po’ di attenzione si può notare come il nome del giovane modello, Jo Calderone, sia quasi l’anagramma di Alejandro, il titolo del celebre brano di Lady Gaga. Una semplice coincidenza?

L’artista pare abbia lanciato una nuova provocazione a fan e curiosi, mostrando il suo lato maschile e soprattutto mantenendo vivi i riflettori puntati su di sé.

fonte http://www.newnotizie.it/2010/07/01/lady-gaga-sorprende-ancora-ecco-il-suo-lato-maschile/

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